Diari di guerra il percorso di un intellettuale nel "secolo breve"
2015
"Io amo tanto stare in compagnia dei miei pensieri e delle mie serene meditazioni, ad essi sorrido col sorriso sincero, in essi trovo dilettevole passatempo: nella contemplazione interiore del mio mondo ideale ho il riposo dei miei sensi esasperati dalle false sensazioni del mondo sociale. In ciò io somiglio all'albero la cui vita è interamente consacrata a un suo misterioso e stupendo lavoro interiore. L'albero è felice nella sua solitudine ed è felice perché è muto, quieto, immobile. Anche quando attorno a lui vegetano molti altri alberi della stessa sua specie o di specie differenti egli è sempre felice perché è muto, quieto, immobile. La vicinanza dei suoi simili non turba la sua felicità perché egli non li vede né li sente, ma vive con loro estraneo fra gli estranei accettando la loro compagnia senza rimanerne influenzato, in una convivenza muta e pacifica". In questo "Frammento", scritto al fronte durante la prima guerra mondiale, c'è forse la sintesi più autentica della personalità e della esistenza tutta di Giuseppe Catalano. L'uomo è il botanico ed il botanico è l'uomo: la scelta della solitudine affollata di pensiero e meditazioni è quella che ha connotato tutta la sua esistenza. La scoperta postuma dei Diari rivela oggi, a molti anni di distanza dalla sua scomparsa, aspetti inediti della sua personalità di intellettuale e permette inoltre di apprezzare le qualità letterarie e poetiche della sua scrittura.